Campania: Consiglio regionale approva all?unanimità la legge su mobbing

La presidente del Consiglio Regionale della Campania Rosa D’Amelio ha aperto, poco dopo le 12, la seduta che prevede tra gli altri l’esame della proposta di legge “Norme per la tutela della salute psicologica nei luoghi di lavoro e per la prevenzione dei fenomeni del mobbing e del disagio lavorativo”. Dopo una breve discussione in Aula il testo è stato approvato all’unanimità con 36 voti, la legge parte con una dotazione finanziaria di 200mila euro. La proposta di legge, presentata in aula ad iniziativa del consigliere Antonio Marciano (Pd) come relatore di maggioranza e da Ermanno Russo di Forza Italia come relatore di minoranza, è finalizzata a prevenire il disagio lavorativo e a tutelare il benessere organizzativo negli ambienti di lavoro attraverso attività di indirizzo, di coordinamento, di programmazione sanitaria e di vigilanza con le parti sociali, le strutture sanitarie e socio sanitarie, gli enti locali e le istituzioni. Sono istituiti presso la Giunta regionale l’Osservatorio regionale sul Mobbing e il disagio lavorativo, per il monitoraggio, la
raccolta, l’elaborazione e l’analisi dei dati sul fenomeno, il Centro regionale di riferimento e integrazione e almeno due centri clinici per le psicopatologie da mobbing e disadattamento lavorativo che vengono individuati sul territorio regionale dalla struttura amministrativa regionale competente in materia di sanità in raccordo con le Asl. I Centri sono finalizzati a sviluppare interazioni e cooperazioni per la presa in carico delle persone vittime di mobbing, a promuovere la ricerca e la prevenzione del mobbing, l’indicazione dei percorsi terapeutici, la segnalazione dei casi
di disadattamento lavorativo. Sono, altresì, previsti gli Sportelli territoriali di ascolto del disagio lavorativo, con il compito di accogliere i lavoratori e le lavoratrici colpiti da mobbing e segnalare i casi al Centro di riferimento regionale o ai Centri clinici per la presa in carico.
“Ritengo l’approvazione di questa legge un atto di civiltà per la Regione Campania che ci permette di ricostruire una dimensione etica del lavoro”. Queste le parole di Antonio Marciano, “In questi anni si è monetizzato il valore del lavoro rispetto al valore dell’uomo, della donna, di un giovane lavoratore per realizzare il proprio futuro e i propri obiettivi. La Campania diventa una delle poche Regioni d’Italia a dotarsi di una strumentazione legislativa per contrastare i fenomeni del disagio lavorativo, della cattiva condizione di lavoro dei nostri lavoratori, viene costituito un Osservatorio Regionale che terrà insieme gli Assessorati competenti, le organizzazioni sindacali e datoriali e le
strutture sanitarie locali” spiega il relatore della legge. “Facciamo compiere alla Campania un salto
di qualità su un tema di grande sensibilità” conclude l’esponente del Partito Democratico.
«Ben venga questo testo di legge, ben vengano norme finalizzate a tutelare i lavoratori e di riflesso la società tutta, specie in un momento storico delicato come quello attuale». Lo ha detto Ermanno Russo, consigliere regionale di Forza Italia, relatore di minoranza della legge sul mobbing, annunciando il voto favorevole del suo partito al testo di legge. «Gli effetti e l’incidenza di fenomeni come il mobbing – ha affermato – nelle sue diverse forme di stress lavoro-correlato, burn-out, costrittività organizzativa, molestie morali e via discorrendo, si ripercuotono ogni giorno negativamente sulle nostre comunità». «Si ingenerano, così, meccanismi perversi che producono diseconomie e costi sociali altissimi – ha aggiunto – Un lavoratore stressato, mobbizzato, stalkizzato è un lavoratore svuotato di ogni stimolo e, dunque, più di altri, soggetto a errori». «Per l’economia di una società, questo genere di fenomeno è doppiamente penalizzante – ha concluso – di qui l’importanza della prevenzione, che può far accendere una spia nelle istituzioni e segnalare un caso potenziale di mobbing e disagio lavorativo prima che esso si concretizzi e produca danni».
“Gli ambienti di lavoro sono comunità nelle quali evolversi e crescere personalmente e professionalmente, ma talvolta possono diventare luoghi di sopraffazione e mortificazione della dignità personale”. Lo ha dichiarato in una nota l’assessore al Lavoro della Regione Campania, Sonia Palmeri. “Se è pur vero che la nostra Carta Costituzionale tutela la persona in tutte le fasi esistenziali, da quella di cittadino a lavoratore, ed il nostro codice penale punisce reati che connotano atti di mobbing, (l’abuso d’ufficio, molestie, minacce, ecc.) si registra la mancanza di un quadro normativo specifico. Plauso al Consiglio regionale che all’unanimità dei presenti ha fortemente determinato l’approvazione della legge regionale sulla problematica del disagio lavorativo nei luoghi di lavoro. Da Assessore al Lavoro di una Regione che è impegnata senza sosta alla realizzazione di un nuovo modello di mercato del lavoro, equo – efficiente – inclusivo, ritengo questa legge uno strumento importante per lo sviluppo delle comunità locali, che sia insieme

 

sviluppo economico e sociale. Sapremo utilizzare con intelligenza e rigore gli strumenti previsti dalla legge regionale, tenendo alta l’attenzione sui fenomeni di mobbing e disagio lavorativo, favorendo al massimo il dialogo con il mondo delle imprese”. In merito alla legge sul mobbing interviene Paolo Pappone, responsabile Ambulatorio Sovra distrettuale Mobbing e Disadattamento Lavorativo ASL Napoli 1 centro. Dice: «La legge regionale sul mobbing appena approvata riporta l’attenzione sul grave problema della sofferenza psichica generata da comportamenti vessatori e da relazioni interpersonali distorte o patologiche sui luoghi di lavoro. In Italia si è cominciato a parlare di mobbing alla fine degli anni 90: allora il fenomeno è stato considerato un fatto di costume, e i nostri legislatori non lo hanno tenuto nel debito conto, salvo farlo rientrare successivamente nel più vasto capitolo della patologie da “disfunzioni
dell’organizzazione del lavoro” e collocarlo in modo anonimo nella categoria dello stress lavoro- correlato tutelato dalla legge 81/2008». «L’ambulatorio di cui sono responsabile ha iniziato la sua attività nel gennaio 2001, ed è stato il primo centro clinico in Italia ad essere istituito presso una Azienda Sanitaria; già dopo i primi mesi di attività, nel novembre 2001 è stato qualificato come Centro di Riferimento Regionale per la Campania. Nei 17 anni di attività, attraverso i racconti di oltre 1500 lavoratori ho avuto modo di essere testimone del progressivo logoramento delle relazioni umane nei contesti lavorativi, e di toccare con mano quanto profondamente può incidere sulla salute
psichica delle persone. Oggi la regione con ‘Istituzione dell’Osservatorio Regionale e il potenziamento dei centri clinici di assistenza compie un’opera meritoria nel favorire il potenziamento dei centri di assistenza. Riconosce alla ASL Napoli 1 centro il merito di avere attivato da quasi vent’anni un valido servizio che si esprime non solo nell’ambulatorio da me diretto ma anche nell’altro altro centro clinico istituito presso la UOSM 24 nel 2010, affidato al dott.
Giovanni Nolfe» riprende il neuropsichiatra. La legge approvata contiene elementi che lasciano sperare che accanto alla rete di assistenza si possano promuovere azioni sul piano della prevenzione, non solo sul piano educativo e informativo ma anche garantendo con più forza i diritti dei lavoratori e dei buoni imprenditori, e rinforzando azioni di tutela rapide ed efficaci».
“Dalla stampa settembre 2017” E’ con molta soddisfazione, e nel contempo con molto sconforto, che plaudo alla notizia che il Consiglio regionale della Campania ha approvato all’unanimità in data 26 settembre 2017 la legge “Norme per la tutela della salute psicologica nei luoghi di lavoro e per la prevenzione dei fenomeni del mobbing e del disagio lavorativo”. Molta soddisfazione in quanto i lavoratori e le lavoratrici Campane avranno a loro salvaguardia una regolamentazione regionale preventiva molto valida circa la salute e sicurezza che farà sì che le relazioni interpersonali negli ambienti di lavoro siano corrette e monitorate. La mia soddisfazione nasce anche dalle parole di alcuni politici Campani i quali focalizzano giustamente le problematiche sociali che nascono da un fenomeno quale il mobbing.
Circa tale termine, divenuto in disuso, vorrei aggiungere che non è casuale che sia scomparso dalla stampa e dai media e sostituito ad arte da termini quali bullismo, violenza sulle donne, stalking, cyberbullismo ed altri, dimenticando che nel fenomeno del mobbing, secondo la sentenza n. 12048 del 21 maggio 2011 la Suprema Corte di Cassazione, sono già definiti gli stessi atteggiamenti persecutori-mobbing correlati che tipicizzano i fenomeni suddetti. Non è forse un bullo il collega o il capo che perseguita? Circa la “violenza sulle donne” non è violenza “solo” quella dello stupratore, del femminicida, o del coniuge/compagno; perché ignorare quanto accade di frequente nei luoghi di lavoro, con una violenza certamente più sottile ma non meno aggressiva, di natura psicologica spesso accompagnata da pesanti ricatti particolarmente efficaci in questo momento di crisi? Femminicidi che in questi casi avvengono tramite il suicidio della vittima, su cui non ci sarà mai né processo né responsabile; o di suicidi nel caso di mobbing non ne abbiamo mai sentito parlare? Un chiaro esempio di violenza sulle donne lo evidenziai con “maternità e mobbing – 27 mini storie” una raccolta di testimonianze troppo spesso dimenticate. E lo stalker non è forse lo stesso mobber che agisce “anche” fuori dall’ambiente di lavoro attuando lo stalking occupazionale? Circa il Cyber… non dimentichiamo che il persecutore/mobber usa tutti i mezzi a disposizione per colpire la vittima non solo con modalità consolidate, tra cui emerge il ricatto, ma anche quelle scaturenti dalle nuove tecnologie informatiche; non dimentichiamo che è già pronto, per assecondare i suoi fini, ad utilizzare quanto di meglio offrirà il futuro chissà forse un “umanoide persecutore”! Per cui ben venga una legge preventiva come quella approvata in Campania che dimostra come quegli amministratori si preoccupino si salvaguardare la serenità dei cittadini e delle cittadine.

 

 

La mia profonda tristezza nasce dalla più completa disattenzione dimostrata dalla regione Lazio, nonostante i ripetuti e continui appelli, verso la proposta di legge gemella nata ancor prima di quella Campana. Proposta di legge regionale n.297 del 29 ottobre 2015 “DISPOSIZIONI PER PREVENIRE E CONTRASTARE IL FENOMENO DEL DISAGIO LAVORATIVO” che fonda le sue basi su: Art. 1 (Oggetto e finalità) a) Disincentivare comportamenti discriminatori e/o vessatori, espressi in forma fisica, verbale e non verbale derivanti da ripetute violazioni contrattuali e/o violenze morali e/o molestie che possono determinare patologie di origine psicosociale; b) Garantire una migliore qualità della vita e delle relazioni sociali sui luoghi di lavoro mediante l’individuazione di soluzioni organizzative avanzate, dirette ad evitare il crearsi di un clima intimidatorio, ostile, degradante, umiliante ed offensivo della dignità della persona.

 

Fernando Cecchini

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